Leggi l'informativa del Regolamento Europeo GDPR

Il sito utilizza cookies per una migliore esperienza di navigazione

Stampa

Ipotiroidismo e Ipertirodismo

Quanto qui proposto fa parte di un approccio olistico alla malattia, pertanto relativamente nuovo, che si è dimostrato efficace. Non asseriamo, con questo, che queste scoperte siano state scientificamente confermate e che rappresentino la verità in assoluto. Vi incoraggiamo perciò a studiare, sperimentare, e trovare la verità da voi stessi. 

Ricordiamo che le informazioni fornite sono ad esclusivo scopo informativo e non sostituiscono il medico a cui bisogna rivolgersi per i problemi relativi alla salute.

Purtroppo i dati ufficiali dicono che i problemi alla tiroide sono in aumento. Circa il 30% della popolazione italiana ha un qualche problema alla tiroide, mentre nel 10% sarebbero presenti noduli tiroidei. Si ritiene che tale aumento sia anche dovuto al miglioramento delle procedure diagnostiche, ed anche che tali numeri siano molto al di sotto della realtà, perché la maggior parte dei casi non viene rilevata dagli esami di laboratorio.

Questa malattia, anche se non diagnosticata, causa spesso dei disturbi seri e talvolta invalidanti. I soggetti vagano da un medico all'altro, senza riuscire a star bene, perché una corretta diagnosi non viene mai fatta. Perché? Per il semplice fatto che la fiducia cieca, spesso totale, dei medici nei confronti degli esami di laboratorio, impedisce quella diagnosi, detta clinica, che veniva fatta dal professionista basandosi sull'insieme dei sintomi e dei segni presentati dal paziente.

Questo articolo, seppur breve, vuole sottolineare l'elevata incidenza dei casi di ipotiroidismo, non diagnosticati dagli esami da laboratorio, per consentire a coloro che potrebbero esserne afflitti, di verificare se i loro sintomi indicano la presenza di questo problema, e come lo iodio sia un elemento fondamentale per la salute della tiroide.

Conoscere la tiroide

La ghiandola tiroide si trova nella regione anteriore del collo davanti alla trachea, ha il compito di secernere alcuni ormoni che sovrintendono al ritmo del metabolismo. Può ammalarsi e lavorare troppo (ipertiroidismo) o troppo poco (ipotiroidismo).

La tiroide è stimolata dall'ormone TSH liberato dalla ghiandola pituitaria. Sotto questo stimolatore chimico essa libera degli ormoni che accelerano i processi energetici nelle cellule e collaborano con le ghiandole surrenali. Tali ormoni sono necessari per lo sviluppo del feto e regolano l'attività metabolica dell'adulto influenzando la funzione di ogni organo e tessuto. In particolare regolano la temperatura corporea, la gestione degli zuccheri organici, dei grassi e delle proteine. Hanno anche un effetto sul sistema cardiovascolare.

Gli ormoni tiroidei sono la tiroxina (T4) e la triodotironina (T3); tali ormoni sono costituiti per il 65% da iodio. Per questo la tiroide è avida di iodio, ed è perciò necessario assumerlo giornalmente. Nelle zone dove lo iodio è insufficiente appare quella malattia che viene chiamata "gozzo endemico".

L'importanza dello iodio

La fisiologia ci insegna che tutto il sangue nel corpo passa attraverso la ghiandola tiroidea ogni 17 minuti. In tale passaggio, lo iodio presente nelle sue cellule, uccide i germi deboli che possono essere entrati nell'organismo attraverso una ferita alla pelle, la mucosa del naso, ecc. Durante questo passaggio vengono indeboliti anche i germi forti o virulenti.

Quando la tiroide non può disporre del il giusto apporto di iodio, non solo non può assolvere a questa importante funzione, ma non può neppure secernere gli ormoni che ne contengono una buona quantità.

IPOTIROIDISMO: un problema tanto comune, quanto sconosciuto

L'ipotiroidismo è una condizione morbosa causata da una carenza di ormoni tiroidei con conseguente rallentamento del metabolismo. Questa disfunzione evolve molto lentamente, e spesso sono i parenti che si accorgono che il loro caro presenta una rallentamento dell'attività fisica e talvolta psichica. Può parlare più lentamente, avere una riduzione della memoria ed essere depresso. Tra i vari sintomi elenchiamo:

  • Allergie
  • Aumento di peso
  • Capelli secchi e fragili
  • Cefalea o emicrania
  • Colesterolo alto nonostante la dieta
  • Dolori articolari e muscolari
  • Facilità ad aumentare di peso o difficoltà a perderne
  • Facilità alle infezioni soprattutto delle vie respiratorie
  • Freddolosità costante
  • Pelle secca, capelli che cadono
  • Problemi mestruali o di fertilità
  • Sonnolenza diurna, anche dopo aver dormito tutta la notte
  • Stanchezza fisica e/o mentale e difficoltà di concentrazione
  • Stanchezza senza motivo, sonnolenza
  • Stitichezza ostinata
  • Temperatura corporea bassa e intolleranza al freddo
  • Umore tendenzialmente depresso o malinconico
  • Va sottolineato il fatto che tali sintomi possono anche dipendere da altre patologie.

Cause dell'ipotiroidismo

Ipotiroidismo primario. È solo la tiroide ad essere ammalata e rappresenta la causa più frequente coprendo circa il 95% dei casi.

Può essere:

Congenito, in quanto dovuto ad una ridotta massa del tessuto tiroideo, presente già dalla nascita.
conseguente a processi autoimmuni (rappresenta la forma più comune), detto "tiroidite cronica autoimmune". Si genera perché in seguito ad un'infezione della tiroide il sistema immunitario produce degli anticorpi contro lo stesso tessuto tiroideo. La ghiandola si riduce di volume e diventa fibrotica.

Iatrogeno, ovvero causato da cure, farmaci o interventi chirurgici, che sono risultati dannosi.
dovuto a impiego di farmaci antitiroidei (propiltiouracile, metimazolo), amiodarone e litio.

Generato da deficit di iodio o, al contrario, dalla presenza di troppo iodio assunto sotto forma di farmaci (è contenuto, ad esempio, negli sciroppi per la tosse) o integratori alimentari.

l'Ipotiroidismo secondario. Rappresenta circa il 5 % dei casi ed è dovuto alle strutture cerebrali che regolano l'emissione degli ormoni tiroidei. Praticamente l'ipotalamo produce poco ormone TRH e/o l'ipofisi poco ormone TSH . Questa riduzione si riflette sugli stimoli che, nella tiroide, provocano la produzione dei suoi ormoni T3 e T4.

Come si cura l'ipotiroidismo

Medicina ufficiale

Lo "cura" facendo assumere gli ormoni che la tiroide non riesce a secernere. Ovviamente questo non guarisce la tiroide, ma riesce a far vivere il paziente senza problemi. Si inizia con una piccola dose che viene in seguito gradualmente aumentata finché non si raggiunga la dose appropriata. Stabilita la dose necessaria è sufficiente controllare la funzionalità tiroidea una volta all'anno.

Medicina naturale

Affronta il problema con consigli dietetici, medicinali omeopatici e sopratutto dando all'organismo il giusto apporto di iodio, oggi carente per le varie manipolazioni e sofisticazioni alimentari.

A proposito dello iodio bisogna specificare che è poco solubile in acqua ed è difficile da assimilare. Jean Lugol, medico francese dell'Ottocento, si accorse che aggiungendo all'acqua lo ioduro di potassio, si poteva creare un tipo di iodio che l'organismo umano può facilmente utilizzare. Questa soluzione viene chiamata Soluzione di Lugol e contiene:

  • Iodio 5%
  • Ioduro di potassio 10%
  • Acqua distillata 85%
  • La soluzione così composta viene detta al 5%. Lugol ne consigliava 2 gocce al giorno (circa 12,5 mg di iodio), un dosaggio assai vicino a quello attualmente considerato ottimale per aiutare la tiroide a fare il suo lavoro.

Assumere 2-3 gocce di soluzione Lugol al giorno.

IPERTIROIDISMO

Questa sindrome di ipertonia cortico-ipotalamo-ipofisaria, che determina l'ipertiroidismo, è di osservazione relativamente recente. Incontriamo frequentemente giovani donne che presentano più o meno tutti i sintomi del Basedow classico: leggero gozzo, esoftalmia, tremori, tachicardia, dimagrimento. Il riflessogramma achilleo è accorciato, l'utilizzazione dello iodio 131 da parte della ghiandola tiroide è fortemente modificata.

Non ci sembra troppo consigliare la prudenza nella prescrizione di quest'ultimo corpo il cui modernismo non deve farne dimenticare i pericoli. Nei casi gravi sono indicati il trattamento con lo iodio, praticabile unicamente dopo i 40 anni, e la tiroidectomia subtotale.

In materia di Fitoterapia sarà logico utilizzare piante contenenti essenze solforate, come il Cavolo, che l'esperienza ha mostrato possedere una netta azione antitiroidea. Ma l'impiego clinico ci ha dimostrato che queste Tinture, nelle alte dosi necessarie per ottenere un risultato, vengono mal sopportate dal punto di vista della digestione.

In compenso, c'è un'altra pianta che ci ha dato eccellenti risultati nel trattamento dell'ipertiroidismo. Si tratta di Lycopus europaeus T.M., nella dose da 40 a 100 gocce al giorno. Questa pianta agisce diminuendo il volume della tiroide, esercita un'azione sedativa a livello ipotalamico e combatte efficacemente tachicardia, tremori e angosce così frequenti nelle donne affette dal Basedow.

Madaus, Kock e Albus hanno dimostrato con diversi test (acetonitrile, assimilazione, metamorfosi e crescita dei girini) che gli effetti dell'ormone tireotropo sono annullati da questa pianta.

Ricordiamo particolarmente il caso di una sarta, la signora O.R. di 55 anni. Presentava un leggero gozzo mobile, moderato, asimmetrico da circa 5 anni; debole esoftalmia ma importanti disturbi funzionali che andavano aggravandosi: tremiti che rendevano impossibile l'esercizio del suo mestiere, tachicardia a 110 al minuto con crisi di accelerazione che si traducevano in palpitazioni soprattutto notturne estremamente angoscianti, nervosismo eccessivo, ansietà permanente, dimagrimento (10 kg in 2 anni, da 55 a 45 kg, essendo alta 1,60 m).

I test erano chiaramente perturbati: il riflessogramma achilleo a 200 millisecondi, la curva di utilizzazione di iodio 131 presentava il suo massimo alla 4° ora con accelerazione della curva discendente, lo iodio proteico era a 16 gamma per 100 ml. L'elettrocardiogramma metteva in evidenza il carattere sinusale della tachicardia e non rivelava alcun segno di insufficienza cardiaca.

Come si cura l'ipertiroidismo

Prescriviamo la somministrazione di 40 gocce 2 volte al giorno di Lycopus europaeus T.M. per un mese.

Rivisitando la malata dopo questo intervallo, constatiamo: diminuzione del volume del gozzo, regressione del tremito, scomparsa delle crisi di palpitazioni notturne; la tachicardia rimasta a 110 al minuto.

Durante i due mesi seguenti, continuiamo la stessa cura di Lycous europaeus 40 gocce 2 volte al giorno, ma aggiungiamo Tilia Jemme (Mac. glic.) IDH, 50 gocce la mattina, in modo da offrire alla paziente il beneficio dell'azione tranquillante di questo medicamento,

50 gocce la sera di Crataegus T.M., dall'azione cardiotonica e frenante.

Il risultato è allora più chiaro poiché si registra un rallentamento nel cuore a 90 battiti al minuto (chiediamo alla paziente di prendersi il polso e di annotare le pulsazioni 2 volte al giorno, a casa sua, in modo da eliminare ogni fattore emotivo) e i tremori sono scomparsi. Non resta che un leggerissimo tremolio degli arti superiori e la signora O.R. può riprendere l'esercizio della sartoria.

Il peso è aumentato di 3 kg, il riflessogramma achilleo si allunga a 230 millisecondi, lo iodio proteico discende a 8 gamma per 100 ml.

Continuiamo assiduamente lo stesso trattamento riducendo la dose di Lycopus europaeus T.M. a 50 gocce al giorno.

Un efficace schema di trattamento del Basedow sarà:

Prendere in un po' d'acqua:

- la mattina: 50 gocce Tilia Gemme (Mac. glic.) 1DH (1 flacone)
- a mezzogiorno e a cena: 40 gocce Lycopus T.M. (1 flacone)
- prima di dormire: 50 gocce Crataegus T.M. (1 flacone)
In certi casi può essere utile aggiungere un po' di iodio in forma vegetale. Si useranno allora tinture di alghe quali Fucus vesiculosus T.M. o Laminaria T.M. in ragione da 10 a 30 gocce al giorno dell'una o dell'altra.

TwitterLinkedin