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Bevande gassate: veleno sotto mentite spoglie?

Dal 1798, anno in cui fu coniata la locuzione "acqua di seltz", abbiamo fatto molta strada. In realtà dovette trascorrere quasi un altro secolo prima che nel 1885 Charles Aderton di Waco, Texas, inventasse la bibita analcolica Dr Pepper. Ad ogni modo, al giorno d'oggi siamo invasi da una vasta gamma di bibite gassate che vengono di volta in volta commercializzate sui mercati a livello globale e che, sotto molti aspetti, stanno sostituendo i generi alimentari tradizionali, provocando in tal modo una rilevante crisi sanitaria.

Andiamo per gradi. Un esame delle ricadute sanitarie indotte dalle bibite gassate deve iniziare con la spiegazione della loro natura. Le bibite addizionate con anidride carbonica, comunemente note come bibite analcoliche, bibite gassate, sode e così via, sono bevande contenenti anidride carbonica disciolta; il procedimento relativo, denominato carbonatazione, aggiunge la "effervescenza" alla bevanda.

Solitamente i consumatori di bevande analcoliche associano l'effervescenza alle bollicine presenti, le quali fuoriescono dal prodotto o si presentano in forma di emulsione nella parte superiore della bottiglia o della lattina al momento dell'apertura, quando l'anidride carbonica viene depressurizzata. Tuttavia, contrariamente a quanto comunemente ritenuto, la caratteristica di effervescenza della maggior parte delle bevande gassate non è determinata dalla presenza delle bollicine, bensì dall'acido carbonico diluito che induce una lieve sensazione di scottatura. Tale aspetto si può rilevare bevendo una bibita gassata all'interno di una camera iperbarica (pressurizzata) alla medesima pressione della bevanda, il che determina un sapore analogo ma in totale assenza di bollicine.

Questo per quanto riguarda il sapore. Che dire del contenuto, a parte l'anidride carbonica disciolta? Un articolo, scritto dal Dr. Joseph Mercola in collaborazione con Rachael Droege e dal titolo "I veri pericoli della soda per bambini ed adulti", indica che una lattina di soda contiene all'incirca 10 cucchiaini di zucchero, l50 calorie, 30-55 mg di caffeina, nonché un rilevante quantitativo di coloranti alimentari artificiali e solfiti.

Gli zuccheri contenuti

Dagli anni '70 i produttori del settore prediligono l'impiego di sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio (HFCS), una combinazione di fruttosio e destrosio, al posto del saccarosio derivato dallo zucchero di canna. Tale sciroppo è stato associato alla scarsa formazione di collagene negli animali in fase di sviluppo, in quanto interferisce con l'assorbimento del rame; inoltre, dato che il fruttosio deve essere metabolizzato dal fegato, si è riscontrato che gli animali che seguono regimi alimentari ad elevato contenuto di fruttosio sviluppano problemi epatici simili a quelli degli alcolisti.

Denti gialli?

Un'altra conseguenza di un'elevata assunzione di bevande analcoliche gassate è la perdita dello smalto dei denti, che determina il deterioramento e l'ingiallimento di questi ultimi. L'agente responsabile è l'acido fosforico presente nelle bevande analcoliche gassate, che si ritiene abbia anche un impatto negativo sulla digestione.

Per quale motivo l'acido fosforico determina tali effetti? L'organismo cerca di mantenere il normale livello di acidità (pH) della saliva leggermente alcalino o, più specificamente, a 7.4; tuttavia, dato che le bevande analcoliche gassate sono estremamente acide (valutate 2.0 sulla scala del pH, ovvero 100.000 volte più acide dell'acqua pura), quando consumate di frequente lasciano nella bocca un residuo acido, che abbassa la naturale alcalinità della saliva.

Tale squilibrio attiva i naturali sistemi di riparazione dell'organismo che, onde invertire il livello acido del pH, utilizza ioni di calcio resi disponibili dai denti, intaccando in tal modo lo smalto. A quanto pare anche le bevande definite "senza zucchero" o a "basso contenuto di zucchero" ne contengono in misura sufficiente a danneggiare i denti, oltre ad avere gli stessi acidi delle bevande gassate standard.

Questi acidi possono provocare infiammazione dello stomaco e del rivestimento intestinale e, sul lungo periodo, determinare un'erosione del rivestimento gastrico. Aspetto ancor peggiore, si ritiene che il tamponamento dell'acidità nell'organismo, che diviene essenziale quando un ambiente acido ha una prevalenza costante, contribuisca alla decalcificazione ossea.

Bevande a base di cola collegate a fratture ed osteoporosi

Grace Wyshak, professore associato presso i Departments of Biostatistics and Population and Intemational Health della Harvard School of Public Health, ha pubblicato un articolo sul numero di giugno 2000 di Archives of Pediatric and Adolescent Medicine, nel quale evidenzia che le ragazze 'attive' che consumano bevande a base di cola presentano probabilità cinque volte maggiori di aver subito fratture rispetto alle loro corrispondenti che non consumano bevande gassate.

Tucker e colleghi hanno condotto il Framingham Osteoporosis Study mettendo in correlazione le risposte dietetiche e le misurazioni di densità minerale ossea in corrispondenza della colonna vertebrale e di altri tre siti dell'anca in oltre 2.500 soggetti, di età media di poco inferiore ai sessant'anni; hanno rilevato che il consumo di bevande alla cola era associato ad una minore densità ossea, inferiore di quasi il quattro per cento, in tutti i tre siti dell'anca delle donne, indipendentemente dall'età del soggetto, dall'eventuale menopausa, dal calcio totale o dall'assunzione di vitamina D, o dal consumo di sigarette o alcol.

Aspetto interessante, il team ha anche rilevato che il consumo di bevande alla cola non era associato a minore densità minerale ossea nei siti dell'anca degli uomini, né in relazione alla colonna vertebrale dei soggetti di entrambi i sessi. I risultati sono stati analoghi per le bevande alla cola dietetiche e, seppure in misura minore, per quelle decaffeinate.

I soggetti maschi del Framingham Osteoporosis Study hanno riferito di consumare in media sei bibite effervescenti alla settimana, di cui cinque alla cola, mentre per i soggetti femmina la media era di cinque e quattro rispettivamente.

Gli adolescenti stanno "annegando" nella bibite gassate

Nel 1998 Michael F. Jacobson, direttore esecutivo del CSPI, avvertiva: "Molti adolescenti stanno annegando nelle bibite aromatiche gassate, divenute la loro bevanda principale, che fornisce a molti di essi dal 15% al 20% di tutte le loro calorie ed estromette dalle loro diete alimenti e liquidi più nutrienti."22

Tristemente, la maggior parte di tale consumo si verifica nelle scuole. Il libro "Food Politics", di Marion Nestlé, sottolinea che mentre le bevande analcoliche gassate hanno rimpiazzato il latte nel regime alimentare di molti bambini ed adulti statunitensi.

Calorie pressoché prive di nutrienti = appetito ridotto

I conglomerati industriali del settore, e persino alcuni studi medici, sono sempre lesti ad addossare ai consumatori di bibite analcoliche gassate la responsabilità di una carente massa ossea, proclamando che non vanno incolpate le suddette bevande se la gente non si alimenta in modo corretto; nondimeno trascurano opportunamente il fatto che le calorie prive di nutrienti assunte tramite tali bevande durante la giornata spesso hanno la funzione di ridurre l'appetito, determinando l'alimentazione carente in occasione dei pasti.

Come spiega Greg Critser in Fat Land: How Americans Became the Fattest People in the World, questo problema è particolarmente esasperato nel caso degli adolescenti: "Nel febbraio 2001 uno studio congiunto dei ricercatori della Harvard Univerty e del Boston Children's Hospital ha concluso che tali calorie liquide in eccesso inibiscono la capacità dei bambini più grandi i compensare durante i pasti, determinando uno squilibrio calorico e, col tempo, obesità".

Nel 1998 Michael F. Jacobson, direttore esecutivo del CSPI, avvertiva: "Molti adolescenti stanno annegando nelle bibite aromatiche gassate, divenute la loro bevanda principale, che fornisce a molti di essi dal 15% al 20% di tutte le loro calorie ed estromette dalle loro diete alimenti e liquidi più nutrienti."

Pesticidi nelle bibite

Al di là dell'associazione a bevande analcoliche gassate e carenze nutrizionali, l'acqua impiegata per produrre le prime può contenere eccessivi livelli di fluoro ed altri agenti contaminanti. Negli Stati Uniti l'acqua di rubinetto, principale ingrediente delle bibite analcoliche in bottiglia, può contenere sostanze chimiche quali cloro, trialometani, piombo, cadmio e varie sostanze organiche inquinanti.30

Nei paesi in via di sviluppo suddetto problema è ancor più grave. In India, ad esempio, il Centre for Science and Environment (CSE), organizzazione indipendente per la tutela dei diritti dei cittadini e dei consumatori, ha individuato in determinate bibite analcoliche la presenza di un elevato livello di pesticidi - e tuttavia, nonostante tre anni di valutazioni e 20 incontri, il Bureau of Indian Standards (BIS) non ha ancora definito gli standard per le suddette bibite.

Al contrario, i telespettatori vengono inondati da una pletora di nuovi spot pubblicitari che vedono la partecipazione di star del cinema come testimonial di alcune marchecostoro veicolano ai consumatori il messaggio che la bibita che pubblicizzano è assolutamente sicura.

ln particolare, il CSE nota che "in tutto il mondo (Europa ed USA inclusi) gli standard internazionali inerenti ai residui di pesticidi riconoscono il rapporto fra pesticidi e nutrizione. Frutta ed ortaggi contengono elementi nutritivi; nel rapporto di permuta veleno-nutrizione ci forniscono qualcosa. Dalle 'cole' non otteniamo nulla di valido, solo pesticidi".

Aspartame: una tossina letale

I consumatori dovrebbero inoltre sapere che le bibite analcoliche a basso contenuto di zuccheri, come le 'sode' dietetiche per le quali si utilizzano dolcificanti artificiali, forse assicurano un minor apporto calorico ma sono zeppe di aspartame, sostanza chimica ritenuta una potente neurotossina nonché un distruttore endocrino.

Oltre ad essere associato ad una moltitudine di nocivi effetti collaterali quali tumori cerebrali, difetti congeniti, diabete, disturbi emotivi ed epilessia/crisi apoplettiche, l'aspartame, quando resta in magazzino per periodi prolungati e viene conservato in ambienti caldi si trasforma in metanolo, un alcol che si converte nei noti agenti cancerogeni formaldeide ed acido formico.

Nel suo libro dal titolo "The Crazy Makers", Carol Simontacchi rileva quanto segue: "Un litro di bevanda dolcificata con aspartame può produrre all'incirca cinquantasei milligrammi di metanolo. Quando si consumano varie bevande di questo tipo in un periodo limitato di tempo (diciamo nell'arco di una giornata), nel sangue confluiscono circa duecentocinquanta milligrammi di metanolo, ovvero trentadue volte il limite stabilito dall'EPA."

A parte l'aspartame, il dolcificante artificiale che va sotto il nome di saccarina, attualmente utilizzato solo in alcuni prodotti, in studi su umani è stato collegato a cancro della vescica/vie urinarie ed in studi animali a cancri della vescica e di altri organi.33 Attualmente l'acesulfame-K, utilizzato nella nuova Pepsi One, viene considerato sicuro, ma chi sa quali esiti potrebbero produrre le ricerche a venire?

Per quale motivo consumiamo spazzatura priva di qualsiasi valore nutritivo?

Tale quesito riassume il punto in discussione. Per quale motivo dovremmo bere roba priva di valore nutritivo ma che, al contrario, provoca una serie di disturbi? La nostra crescente propensione per le bevande analcoliche di ogni tipo è radicata unicamente nella mancanza di consapevolezza? Forse i comunicati che raccomandano ai consumatori di evitare tali bibite non arrivano più ai media popolari?

A quanto risulta, nel 1942 il Council on Food and Nutrition della American Medical Association dichiarò quanto segue: "Dal punto di vista della salute è particolarmente auspicabile porre limiti al consumo di zucchero nella forma di bibite gassate zuccherate e dolciumi dallo scarso valore nutrizionale. Questo ente ritiene utile che, nell'interesse della salute, si adottino tutti i mezzi pratici per limitare il consumo di zucchero in tutte le forme in cui esso non si combina con rilevanti percentuali di altri alimenti di elevata qualità nutrizionale".

La conclusione è che le bibite analcoliche, comprese quelle energetiche, sotto il profilo nutrizionale praticamente non apportano alcunché. In virtù del loro contenuto di zuccheri, le calorie ingerite vengono correttamente definite "calorie vuote", le quali contribuiscono a far accumulare peso e, in ultima analisi, all'obesità.

Negli USA, dato l'elevato consumo pro capite di 'cole', non è certo motivo di sorpresa che, secondo una recente ricerca, metà della popolazione statunitense adulta e circa un terzo di quella infantile sono in sovrappeso. Ancor peggio, uno stile di vita moderno comprendente un elevato consumo di bibite analcoliche è inoltre collegato ad una insorgenza precoce di affezioni connesse quali diabete, disturbi cardiaci, attacchi di cuore, colpi apoplettici e cancro.

DISCLAIMER. Tutte le metodologie, le tecniche, i rimedi suggeriti e quant'altro proposto in questo articolo, sono ad esclusivo scopo informativo. Pertanto il responsabile del sito www.laviadelcuore.eu, declina ogni responsabilità, per eventuali danni o disturbi, causati dall'utilizzo delle informazioni proposte, oppure da una formulazione di diagnosi o autodiagnosi i cui risultati sono risultati nocivi. 

 

 

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