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Feriae Augusti

LA SACRA FESTA DI DIANA

Il termine “Ferragosto” deriva dalla locuzione latina “Feriae Augusti“, ossia “il riposo di Augusto“. Infatti, per auto-celebrarsi, Ottaviano Augusto nel 18 a.C. aveva istituito questa festività in modo da poter celebrare tutte assieme le numerose ricorrenze che cadevano nel mese d’agosto, la più popolare delle quali erano i Consualia (il 21 del mese): festeggiamenti in onore di Conso (divinità protettrice dell’agricoltura) per celebrare i raccolti (principalmente cereali) e la fine dei principali lavori agricoli durante i quali TUTTI (anche serve e schiavi) potevan partecipare liberamente divertendosi.

Il culmine dei festeggiamenti, tuttavia, si aveva il 13 agosto, con la festa della dea Diana (simbolo della fertilità e delle fasi lunari, protettrice dei boschi e della caccia) che si teneva nel tempio a lei dedicato sull’Aventino e nei boschi appena fuori città dove si tenevano i primi pic-nic. In Siria, questa festa era sostituita da quella per Atagartis, mentre in Grecia da quella per Athena.
Altri festeggiamenti di questo periodo erano dedicati a Nettuno (i Neptunalia – i primi del mese aprivano il periodo di feste), Ercole Invitto o Trionfatore (la vigilia della festa di Diana), Vertumno (dio delle stagioni e della maturazione dei raccolti – si teneva lo stesso giorno della festa di Diana), Opi (dea della fertilità la cui festa – gli Opiconsiva – cadevano il 25 del mese e concludevano il periodo di Ferragosto), Portuno (dio dei porti e delle porte – il 17 di agosto), Giano (dio che guarda al passato e al futuro – festeggiato assieme a Portuno) e Venere (con le Vinali Rustiche – il 19 di agosto).
La parola Ferragosto deriva dal latino, Feriae Augusti, la festa pagana, introdotta in onore dell’imperatore romano Augusto, con cui, dal primo giorno del mese di agosto si celebrava la raccolta dei cereali.
Le più antiche origini di tale ricorrenza vengono riconosciute nelle Consualia, da Conso, dio del raccolto immagazzinato. Anticamente, in questo giorno ci si scambiavano regali, accompagnando questo scambio con l’augurio Bonas ferias consuales; quando il sesto mese dell’anno romano venne intitolato a Cesare Augusto la formula mutò in Bonas ferias augustales, un augurio simile al nostro “Buon Ferragosto”. Infatti fu proprio l’imperatore a decidere di riunire in un unico periodo estivo tutto un complesso di festeggiamenti, i quali venivano chiamate Feriae Augustii o Feriae Augustalis ossia “Feste di Augusto”.
Successivamente la ricorrenza coincise con la festa dell’Assunta e la tradizionale festa di mezza estate prese una piega prevalentemente religiosa. Infatti, in questa occasione, si svolgevano spettacolari processioni notturne durante le quali veniva trasportata l’antica immagine del Salvatore, in un percorso che partiva dalla cappella di San Lorenzo in Laterano, oggi all’interno del santuario della Scala Santa per arrivare fino alla basilica di Santa Maria Maggiore. L’immagine di Cristo, proclamata Acheropita, cioè non dipinta da mano umana, ma secondo la tradizione dagli angeli, veniva prelevata dal papa in persona nella sera del 14 agosto e deposta su una portantina che avrebbe attraversato la città alla luce delle fiaccole.
Secondo una leggenda, nel corso di una di queste processioni papa Leone IV sconfisse un mostruoso basilisco che si era installato in una grotta nei pressi della chiesa di Santa Lucia in Orfeo, poi Santa Lucia in Selci. La processione venne soppressa intorno alla seconda metà del secolo XVI. Successivamente il Ferragosto romano fu legato a riti profani come le corse dei cavalli, i combattimenti dei tori. Ci furono anche giochi particolarmente incivili come gli “strappacolli alli paperi” che furono aboliti dal pontefice Innocenzo XI, nel 1681.

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