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Meningite e Vaccino

LA MENINGITE FA PAURA: MA IL VACCINO?

Articolo tratto da Nexus New Times - Edizione Italiana, Febbraio - Marzo 2008.
Sito: www.nexusedizioni.it

Incutere la paura. Seminare il panico. Diffondere il terrore. È questo l'atteggiamento comune quando si parla di malattie infettive. Oggi su tutte le prime pagine c'è la meningite, ieri l'influenza aviaria o la SARS. Ci dicono che siamo in attesa di una nuova pandemia mondiale che causerà milioni di vittime (Dott. Eugenio Serravalle).
La meningite è la peste del 2000. Ma, se la peste è scomparsa senza l'ausilio di alcun vaccino, oggi l'industria farmaceutica offre più vaccinazioni per difenderci da questa nuova calamità. Sull'onda dell'emozione suscitata dai recenti casi verificatisi in Veneto si pensa di offrire gratuitamente le vaccinazioni contro pneumococco e meningococco C per tutti i bambini, aggiungendole quindi alla vaccinazione antihaemophilus B contenuta nella esavalente.

Come risultato un bambino di 15 mesi potrebbe essere sottoposto, con i vari richiami, a ben 29 vaccinazioni, considerando che vengono consigliate, oltre all'esavalente, anche le vaccinazioni contro morbillo, parotite, rosolia, varicella ed influenza. Nessuno può sapere quali alterazioni del fragile equilibrio immunitario di un bambino si possano verificare nel volgere degli anni dopo una esposizione così precoce, massiccia e ripetuta. Semplicemente, non si hanno dati scientifici certi.

La meningite è una infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale (le meningi). La malattia generalmente è di origine infettiva, può essere causata da virus, da batteri o da funghi.

La forma virale, detta anche meningite asettica, è quella più comune, solitamente non ha conseguenze gravi e si risolve nell'arco di una decina di giorni.

I batteri più spesso responsabili sono: Neisseria meningitidis (meningococco), un ospite frequente delle prime vie respiratorie; Streptococcus pneumoniae (pneumococco) e Haemophilus influenzae (hemophilus). Per maggiori dettagli sui batteri vedere l'articolo sulla rivista citata all'inizio.

La malattia si presenta con forte stagionalità, con picchi in inverno e primavera. Nella fascia di età 1-14 anni vi sono stati 112 casi, 152 nelle fascie 1564 anni. La maggior parte dei meningococchi identificati negli ultimi anni è risultata appartenere al sierogruppo B (75% nel 2001, 60% nel 2002, 56% nel 2003), tuttavia recentemente si osserva un incremento dei casi da sierogruppo C. Nel 2005 le infezioni da Meningococco C sono state 115, quelle da sierotipo B 93. Dei 30 casi di meningite da Haemophilus influenzae del 2005, 6 sono stati segnalati nella popolazione da 1 a 14 anni, 20 in quella 15-64.

Non può quindi esistere un vaccino contro la meningite, non esistono armi per combattere tutte le meningiti, i vaccini esistenti consentono di procurare anticorpi solo contro una piccola parte di queste infezioni.

Sono presenti in commercio tre vaccini (antimeningococco C, antipneumococco, antihaemophilus influenzae B) che forniscono protezione solo per alcuni sierotipi di questi batteri. Ad esempio non c'è protezione contro il meningococco di tipo B, dato che la vaccinazione è rivolta solo per il tipo C.

Il vaccino antipneumococco induce protezione contro 7 sierotipi, mentre sono più di 25 i tipi più frequentemente rappresentati. Nel 2004 su 34 casi totali di infezione da Haemophilus, solo otto casi erano dovuti al tipo per il quale esiste il vaccino.

La durata della protezione vaccinale non è ancora stata definita: alcuni studi hanno dimostrato che dopo quattro anni si riscontrano ancora anticorpi contro il meningococco C. E dopo? Non si sa ancora se dopo 5, 6 o 10 anni i bambini saranno ancora protetti.

È poi importante valutare l'efficacia, cioè sapere quanti, precedentemente vaccinati, hanno sviluppato la malattia. Esiste infine un altro grosso problema che riguarda il vaccino antipneumococco. La vaccinazione di massa dei bambini con il vaccino in uso (attivo per 7 sierotipi) sta provocando un preoccupante fenomeno: l'aumento di incidenza di infezioni provocate dagli altri sierotipi (cioè di quelli non contenuti nel vaccino), l'insorgenza di infezioni provocate da sierotipi diversi, precedentemente non segnalati, e la maggiore diffusione di ceppi resistenti agli antibiotici, soprattutto la penicillina, con inevitabili conseguenze negative sulla possibilità ed efficacia terapeutica. L'utilizzo massiccio di questa vaccinazione contro 7 ceppi fa sì che aumenti la virulenza degli altri per diventare dominanti.

Anche per il vaccino antimeningococco di tipo C si sono creati problemi analoghi. In Scozia, dal rapporto fornito da Eurosorveillance, dopo l'introduzione estesa del vaccino contro il tipo C si è registrato un aumento di morti causati dal meningococco di tipo B. E stato ipotizzato che introdurre massicciamente un vaccino contro un sierotipo, possa indurre la proliferazione e la maggiore aggressività negli altri sierotipi contro i quali non c'è vaccino. Una evoluzione inattesa della vaccinazione di massa contro il meningococco di tipo C si è avuta anche in Spagna dove, dopo estesa campagna vaccinale, è stata riscontrata la presenza di un tipo B molto virulento ed i ricercatori ipotizzano che possa essere derivato da una mutazione genetica del tipo C "vaccinabile".

Si dice che la vaccinazione di massa contro Haemophilus influenzae B sia capace di ridurre l'incidenza di meningite provocata da questo batterio. Eppure in quei paesi come Olanda e Regno Unito che da tempo eseguono questa pratica, dapprima si è avuta una diminuzione delle segnalazioni di malattia, ma qualche anno dopo, malgrado coperture molto alte, i casi hanno ricominciato ad aumentare anche in bambini correttamente vaccinati secondo lo schema vigente nel Regno Unito. Si ipotizza che il ripresentarsi di infezione invasive malgrado l'alta copertura vaccinale possa essere addebitato al fatto che qli anticorpi indotti dalla vaccinazione si riducono o scompaiono nei bambini entro i primi cinque anni di vita.

Ricordiamo infine che nessun vaccino è del tutto sicuro o sempre efficace, e che le reazioni avverse sono sempre presenti, come per qualsiasi altro farmaco. Consultando i dati del VAERS, Vaccine Adverse Event Reporting System, il sistema di vaccino-vigilanza americano, ne abbiamo la conferma.

La rivista medica JAMA ha pubblicato le reazioni avverse riportate in USA durante i primi due anni (2000-2002) di utilizzo di massa del vaccino antipneumococcico eptavalente (quello in uso anche in Italia). Si tratta di oltre 4154 reazioni avverse presentate da bambini e adolescenti, con una incidenza di 13,2 segnalazioni ogni 100.000 dosi distribuite. Le segnalazioni più frequenti riguardano: febbre, reazione nel punto di inoculo, pianto anomalo e prolungato, rash cutaneo, orticaria, dispnea, disturbi gastrointestinali, artrite pseudosettica.

Reazioni gravi sono state segnalate nel 14,6%, con 117 morti e 34 casi di infezione invasiva da pneumococchi, che con alta probabilità denotano l'inefficacia della vaccinazione per quei soggetti. Eventi immuno-mediati sono stati registrati nel 31,3% delle segnalazioni. 14 pazienti hanno presentato reazione anafilattica. Altri 14 pazienti hanno sviluppato trombocitopenia ed altri 6 malattia da siero. Nel 38% delle segnalazioni si sono avuti sintomi neurologici. Convulsioni sono state descritte in 393 segnalazioni.

Tra gli effetti collaterali del vaccino antimeningococco C sono stati segnalati, oltre a febbre, mal di testa, orticaria, parestesia, tumefazione nella sede della puntura, sindrome di Guillane-Barré, anemia emolitica, encefalomielite acuta disseminata e porpora di Schonlein-Henoc, anche casi di meningite comparsi immediatamente dopo la somministrazione del vaccino e da questo causati.

I vaccini non sono esenti da rischi

In realtà quello di cui abbiamo bisogno, quello che i giornali non dicono, quello che le istituzioni mediche spesso trascurano, e la creazione, anche per le vaccinazioni antimeningite, così come per tutti i vaccini, di un sistema di sorveglianza che valuti obiettivamente efficacia e sicurezza.

I vaccini non sono esenti da rischi per gravi patologie e non è possibile confondere i doverosi programmi di sorveglianza post-commercializzazione con l'imperativo di proporre farmaci sicuri ed efficaci.

Quindi prima di proporre nuove vaccinazioni di massa per tutti i bambini, bisogna avere informazioni indipendenti ed obiettive sull'identificazione delle malattie e delle reazioni avverse causate dai vaccini, valutazioni dell'incidenza dei gravi effetti collaterali provocati, monitoraggio della frequenza degli eventi avversi.

Un motivo di più per cercare di capire se la vaccinazione sempre e comunque possa avere un senso oppure no.

- Dott. Eugenio Serravalle -

Il Dott. Eugenio Serravalle è un medico pediatra diplomato in omeopatia, autore di varie pubblicazioni scientifiche in ambito pediatrico su riviste nazionali, nonché del libro La salute è servita. Svolge numerose attività di consulenza e insegnamento, partecipando inoltre in qualità di relatore a numerosi incontri-dibattiti, in particolare sull'argomento delle vaccinazioni.
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